Fàrie De Cecco
FÀRIE DE CECCO
La Fàrie De Cecco è entrata in attività nel 1723, come riportato dal Diploma di Medaglia d’Oro conferita all’Antica Bottega Artigiana De Cecco Mario e Valentino nel marzo 1970 dall’Unione Artigiani del Friuli. Negli anni si sono susseguite ben 5 generazioni di De Cecco nella conduzione della fàrie, tradizione che si è conclusa con i fratelli Mario e Valentino nel 1978.
Negli ultimi anni all’interno della fàrie De Cecco lavoravano: Mario, Valentino e Antero. Oltre ad aver partecipato alla guerra, Antero è mancato da giovane, quindi il suo ruolo nella conduzione della fàrie è stato marginale, avendoci lavorato solo per un paio di anni nel 1946/47. Dopodiché sono rimasti Mario e Valentino, i quali
lavoravano come fabbri da groppo, per cui lavoravano battendo con il martello sull’incudine o utilizzando la calda.
Nonostante lavorassero insieme e si aiutassero a vicenda nei vari processi, i due avevano specializzazioni diverse: Valentino era un
fabbro maniscalco, ovvero ferrava bovini e cavalli; invece Mario era un fabbro meccanico, un fabbro da fino, per cui le sue produzioni
andavano dagli attrezzi per contadini alle pompe di zolfo e solfato per i viticoltori, dalla lavorazione del rame e dell’ottone all’utilizzo di
attrezzi adatti a una meccanica fine.
I De Cecco non avevano mai appreso nozioni di metallurgica a scuola, bensì avevano una preparazione professionale tramandata di padre in figlio e sviluppata con l’esperienza. In questo senso possiamo prendere ad esempio i trattamenti termici, ovvero i trattamenti che vengono fatti al ferro per renderlo più resistente.
Per spiegare meglio questo concetto faremo un parallelismo tra la tradizione fabbrile di paese e il complesso della Danieli (multinazionale italiana specializzata nella produzione di impianti siderurgici).
Da un lato infatti troviamo la Danieli che si è dotata di un reparto specializzato in trattamenti termici, per cui portano il ferro a temperatura attraverso dei macchinari elettronici che ne controllano i gradi. Dall’altro invece abbiamo i fabbri di paese che
eseguivano questi trattamenti ad occhio; in pratica riscaldavano il pezzo, lo guardavano e in base alla colorazione assunta capivano se era arrivato alla temperatura ottimale oppure se era necessario reimmergerlo nuovamente.
Ad oggi la fàrie si presenta esattamente come quando si è interrotta l’attività, se non per due attrezzi che sono andati persi in quanto si trovavano in strada:
- Il primo è la glove, ovvero un attrezzo utilizzato per la ferratura dei bovini; questi durante l’operazione sono molto irrequieti, per cui era necessario costringere l’animale a stare fermo affinché il fabbro maniscalco potesse lavorare tranquillamente. Inizialmente la glove era formata da una biforcazione di un albero con il tronco, in cui si metteva il bovino e lo si legava in modo che non si muovesse; questo nome, glove, si è mantenuto anche quando l’attrezzatura è diventata più complessa con i pali verticali, le traverse di sopra e le cinghie.
- L’altro elemento, invece, era una grossa pietra interrata a filo di suolo, con un anello e un gancio; questa serviva ad ancorare le ruote dei carri agricoli per calettare il cerchione. Come funzionava: la ruota del carro veniva trattenuta da questo gancio, così da poter inserire il cerchione, una volta riscaldato e
aumentato di diametro; quindi mentre uno forzava il cerchione con una leva, l’altro batteva per farlo entrare nella ruota.
In aggiunta a questi due attrezzi che come detto non esistono più perché si trovavano in strada, all’esterno della fàrie si è mantenuto un altro elemento tecnico importante, che la trancia (o cesoia manuale). Questa trancia veniva utilizzata per tagliare a mano i lamierini non molto spessi in modo da poterli sagomare meglio.
Ciò che contraddistinse i De Cecco nella loro attività è la modestia, infatti non si sono mai arricchiti, anzi riuscivano giusto a sopravvivere nonostante la loro notevole preparazione professionale come fabbro maniscalco e fabbro meccanico. Questo
perché spesso, quando il contadino andava da loro a farsi fare un lavoro, gli chiedeva “Trop?” e loro rispondevano “Dàmi ce che
t’us…”; addirittura Valentino diceva “Lassimi paiât un tai là dal Mutilât”.
I DE CECCO, FABBRI DI BUTTRIO: LE ORIGINI
- De Cecco Giovanni de Orsaria, fondatore della farie, ha contratto matrimonio con Livoni Orsola il 2/2/1723.
- De Cecco Giovanni, nato il 4/9/1735 da Giovanni e Livoni Orsola, ha contratto matrimonio con Grattoni Giovanna il 20/2/1762; nel Registro Contabile Entrate Uscite 1752-1797 si legge “Contadi al fabro di Cecco per opera come da ricevuta e poliza saldata 29 agosto L. 25:7”.
- De Cecco Giovanni, nato il 10/11/1765 da Giovanni e Giovanna Grattoni, morì il 18/5/1822 all’età di 56 anni; dal Registro Matrimoni dal 21 agosto 1815 al 26 aprile 1842 risulta De Cecco Giovanni fabbro ferraio.
- De Cecco Antonio e De Cecco Giovanni, nati rispettivamente il 21/4/1804 e il 7/9/1809 da Giovanni e Benvenuta Tavagnacco. De Cecco Antonio ha contratto matrimonio con Zanitti Lucia il 26/4/1830; dal Registro Matrimoni dal 21 agosto 1815 al 26 aprile 1842 risulta qualificato fabbro ferraio. De Cecco Giovanni risulta fabbro ferraio dal Registro Morti dal 1 genn. 1873 al 25 marzo 1885.
- De Cecco Francesco, nato il 8/8/1839 da Antonio e Lucia Zanitti, è morto il 14/5/1875; dal Registro Morti dal 1 genn. 1873 al 25 marzo 1885 risulta qualificato fabbro ferraio.
- De Cecco Rafaele e De Cecco Siro Marco, nati rispettivamente il 31/10/1864 e il 17/8/1868 da Francesco e Birri Elisabetta. De Cecco Siro Marco ha contratto matrimonio con Pitassi Tersilla il 10/2/1902. De Cecco Rafaele ha contratto matrimonio con Tuzzi Pierina il 15/2/1868; all’Anagrafe della Parrocchia di S. Maria Ass. di Buttrio vol. I A-M 1833-1925 risulta qualificato fabbro ferraio.
- De Cecco Mario e De Cecco Valentino, nati rispettivamente il 15/4/1906 e il 18/6/1910 da Marco e Tersilla Pitassi. De Cecco Mario ha contratto matrimonio con Clemente Lina il 30/11/1946. Entrambi hanno portato avanti il mestiere degli avi, come testimoniato dal figlio di Mario, Renzo De Cecco.
- De Cecco Antero, nato il 12/12/1902 da Rafaele e Pierina Tuzzi; ha condotto per un breve periodo la fàrie, come testimoniato dal concittadino Geremia Nonini, fino alla morte sopraggiunta il 23/9/1947.