Villa di Toppo-Florio

La Villa di Toppo-Florio di Buttrio può essere descritta come una villa veneta signorile del primo Settecento ed un po’ come una villa padronale rurale del Seicento, attorniata da pertinenze e che si affaccia su uno straordinario parco archeo-botanico.

 

La villa nasce su preesistenti edifici rurali e subisce nel corso dei decenni continui ampliamenti e modifiche, fino ad assumere pressapoco la forma che troviamo ai nostri giorni. Oggi la villa si presenta costituita da un corpo centrale corredato di due ali laterali identiche tra loro. Il complesso si sviluppa su più piani, chiusi in alto, sul corpo centrale, da un timpano.

 

La villa vede il suo sviluppo ed il suo fiorire quando diventa proprietà della famiglia dei conti udinesi Di Toppo. Nicolò prima e, soprattutto, il figlio Francesco poi, rendono la villa ed il suo parco il complesso che oggi conosciamo ed ammiriamo.

In particolare, Francesco si dedica alla cura, al restauro e all’ampliamento della villa e, soprattutto, del parco. Sotto le sue direttive e seguendo i progetti dell’architetto Giuseppe Rho si arriva ad avere “un vasto parco terrazzato di gusto romantico, arricchito da diverse specie arboree esotiche e pregiate”. Grazie alla passione per l’archeologia Francesco raccoglie una considerevole collezione di reperti di origine romana provenienti dagli scavi da esso voluti ad Aquileia, nelle sue proprietà: parte di questi reperti vengono murati lungo il perimetro della villa e conservati, altri invece sono conservati nel parco e nel lapidarium.

 

Durante la Seconda Guerra Mondiale la villa venne occupata dai tedeschi prima e dalle truppe americane dopo. Alla fine del conflitto la proprietà fu ceduta all’ONIG (Opera Nazionale per gli Invalidi di Guerra), che la trasforma nel Collegio Friulano dei Fanciulli Mutilati. Successivamente la villa rimase in stato di abbandono dagli anni Settanta/Ottanta fino al 1998, anno in cui la proprietà viene ceduta al Comune di Buttrio, che procede al recupero e al restauro del complesso.